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(546-547-548) | pensieri | 55 |
cose: che un effetto, il quale deve risultare da molte cagioni e da molte forze, operanti ciascuna per la sua parte, non può realizzarsi senza l’accordo e cospirazione congiunta e convenevole di tutte queste forze verso il detto effetto. Ecco il principio d’unità; principio che risulta necessariamente dallo scopo della società, ch’è il ben comune. E perciò, come nel ben (547) comune, e non in altro, consiste la ragione della società; cosí questa rinchiude essenzialmente il principio di unità. A segno che società, considerandola bene, importa per sua natura unità, vale a dire unione di molti; la quale unione è imperfetta, se non è perfettamente una, in quello che concerne la sua ragione e il suo scopo: giacché, nel rimanente, dove la società non ha bisogno di unità, l’uomo, sebbene associato, è come fuori della società e conserva le sue qualità naturali, vale a dire la sua libertà, la cura di se stesso e de’ suoi negozi ec. Insomma, nelle altre parti indipendenti dal ben comune la società non sussiste e non è società, sebbene ella sussista nel medesimo tempo in quello che spetta alla sua ragione e destinazione e scopo.
Ma le volontà degl’individui riuniti in corpo, gl’interessi o le opinioni che ciascuno ha sopra i suoi vantaggi e cosí sopra qualunque altra cosa, sono infinite e diversissime. Quindi le forze di ciascuno non possono cospirare ad un solo fine, tra perché non tutti si curano di procurarlo, e perché le opinioni, le volontà ec., quando (548) anche si accordino nel cercarlo assolutamente, non si accordano relativamente nel determinarlo, sia in genere e totalmente, sia in parte e in particolare, sia riguardo ai tempi, alle opportunità di cercarlo e procurarlo, ec. E l’uno crede o vuole che questo sia o debba essere il fine; l’altro che sia o debba esser quello; l’uno che questo giovi al fine convenuto e stabilito; l’altro che noccia o non giovi; l’uno che bisogni cercare il detto fine, oggi o in