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(536-537) | pensieri | 49 |
sensazione interna nelle altre età e condizioni, ma solamente alcune delle esterne e fisiche. Tant’è, l’immaginazione o le sensazioni interne hanno, si può dire, nella fanciullezza e nello stato naturale la stessa o simile forza e certezza delle sensazioni e forze esterne e meccaniche in quella e nelle altre età o condizioni (20 gennaio 1821).
* Nihil est enim appetentius similium sui, nihil rapacius, quam natura. Cicerone, Laelius sive de amicitia, c. 14 (21 gennaio 1821).
* Alla p. 135. Fructus enim ingenii et virtutis omnisque praestantiae tum maximus capitur, cum in proximum quemque confertur. Cicerone, Laelius sive de amicitia, c. 19, fine. E vedi il capoverso superiore (21 gennaio 1821).
* È degna di esser veduta, consultata, e anche (537) tradotta e riportata all’occasione, la bella disputazione di Tullio (Laelius sive de amicitia, c. 13, Nam quibusdam etc. sino alla fine) contro quei filosofi greci, i quali dicevano caput esse ad beate vivendum securitatem; qua frui non possit animus, si tamquam parturiat unus pro pluribus: e quindi venivano a prescrivere il curam fugere, e l’honestam rem actionemve, ne sollicitus sis, aut non suscipere aut susceptam deponere. La qual filosofia, è presso a poco la filosofia dell’inazione e del nulla, la filosofia perfettamente ragionevole, la filosofia de’ nostri giorni. E quella disputazione di Tullio si può avere per una disputazione contro l’egoismo, sebbene, a quei tempi, ancora ignoto di nome. Quae est enim ista securitas? dice Cicerone; e segue facendo vedere a che cosa porti. Ma il principale è, che non solamente porta a mille assurdità e scelleraggini (secondo natura, non secondo ragione, ma Cicerone chiama la natura, optimam bene vivendi