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(1196-1197) | pensieri | 477 |
degli altri. Questo appunto accade al fanciullo, nel primo veder uomini che gli accade, e va poi a poco a poco acquistando l’idea ed il senso della loro bellezza o bruttezza, per sola comparazione, cominciando a notare le minute parti e paragonandole e scoprendo le minute differenze negl’individui. Questo è ciò che ci accade negli animali, i quali tutti ci paiono appresso a poco, per esempio, della stessa fisonomia (dentro i limiti di una stessa specie); e quando, anche facendoci l’occhio a poco a poco, arriviamo a portare un giudizio comparativo circa la bellezza comparativa delle loro forme, 1°, questo ci accade solamente negli animali che piú si trattano e piú si osservano, come cavalli, cani, buoi ec., ché della bellezza, per esempio, del lione individuo, nessun uomo, ch’io sappia, né si arroga né pensa pure di giudicare; 2°, questo giudizio è certo assai meno esatto di quello degli stessi animali di quella specie, ed è credibile che bene spesso sia contrarissimo al giudizio degli stessi animali, perché noi giudichiamo delle loro forme colle idee che abbiamo delle proporzioni (diverse dalle loro) e comparativamente piuttosto ad altre specie e ad altri oggetti che alla propria specie loro, del che dirò poco appresso.
Un bambino e un animale confondono facilmente un pupazzo, una statua, una pittura ec. cogli oggetti che rappresentano, perché sopra questi hanno fatta poca osservazione; meno facilmente però, o meno durevolmente, se l’oggetto rappresentato è della propria specie e forma, perché nella forma della loro specie hanno posta naturalmente piú attenzione.
Quell’uomo che io ho supposto, se non avesse (1197) bene osservato il suo proprio colore e vedesse un nero e un bianco allo stesso tempo, non saprebbe punto decidere qual de’ due fosse piú bello né qual de’ due colori meglio convenisse alla specie umana. E se non avesse bene osservate le sue proprie forme, e vedesse