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(1165-1166-1167) | pensieri | 455 |
fetto di alimento, anche durando la gioventú e la potenza naturale dell’entusiasmo (13 giugno 1821).
* Quante controversie sul significato di quelle parole di Orazio intorno a Cleopatra vinta nella battaglia Aziaca: (Od. 37, lib. I, v. 23, seq.)
Nec latentes
Classe cita reparavit oras!
(1166) Vedi il Forcellini e i comentatori. E nessuno l’ha bene inteso. Acrone: Nec latentes Classe cita reparavit oras: fines regni latentes, id est non colligit denuo exercitum ex intimis regni partibus. Porfirione, altro antico scoliaste: Nec latents Classe cita reparavit oras: hoc est: Nec fugit in latentes, id est intimas Aegypti regiones ut vires inde repararet. Né mai s’intenderà e spiegherà perfettamente senza l’antico italiano, il quale c’insegna un significato del verbo reparare che non è conosciuto ai lessicografi latini. Ed è quello di ricoverarsi, nel qual senso i nostri antichi dicevano, ed ancor noi possiamo dire, riparare o ripararsi a un luogo o in un luogo. Orazio dunque vuol dire, e dice espressamente: Non si ricoverò, non rifuggí alle recondite, alle riposte parti d’Egitto. Come se in luogo di reparavit avesse detto petiit, ma reparavit ha maggior forza di esprimere la fuga e il timore (14 giugno 1821).
* Alla p. 1155, margine. Cosí nictare e nictari derivano dall’antico participio nictus o supino nictum dell’antico e inusitato nivere o, come altri vogliono, di niti. Vedi p. 1150, fine (14 giugno 1821).
* Alla p. 1132. Cosí nelle parole simplex, duplex, (1167) triplex, multiplex e altre tali si potrebbe ritrovare la radice monosillaba del verbo plicare (i greci dicono πλέκειν) del quale io credo che sia continuativo