rità alle illusioni, senza le quali non c’é felicità, ma ch’essendo conosciute dalla ragione non possono piú parer vere all’uomo, come paiono agli altri viventi, se non per la relazione e il fondamento e la realtà che si suppongano avere in un’altra vita. A questo effetto contribuirono anche le religioni antiche, il maomettismo, le sette d’ogni genere e tutte quelle opinioni che hanno dato vita a un popolo o ad una società e indottala ad operare. Riferite a questo tutto quello che ho detto altrove della necessità di una persuasione per condurre alle azioni e di una persuasione che abbia l’aspetto d’illusione e di passione ec. Giacché la persuasione che tutto sia nullo non conduce all’azione. E la persuasione che le cose sieno cose non può (412) aver fondamento né ragione, se non se nell’idea e persuasione di un’altra vita. Ma questa ci deve persuadere: dunque bisogna che la religione ci persuada e non si può essere indifferenti circa la sua qualità e verità. Altrimenti se la religione si considera e si segue come una delle altre illusioni, questa non sarà piú persuasione, e tanto le altre illusioni quanto questa mancheranno di nuovo del loro fondamento e non ci potranno quindi condurre all’azione durevole, alla perfezione, alla felicità. Ecco perché la religione si trova presso la culla di tutti i popoli; ecco perché gl’imperi o stati fondati o conservati dalle opinioni religiose sono distrutti dalla filosofia; ecco perché la decadenza di Roma fu compagna della decadenza della sua religione ec. ec. Vedi gli altri pensieri. Perché, indebolendo o mancando le credenze religiose, indebolisce o manca il principio di azione, cioè la credenza alle illusioni o sia la persuasione della realtà delle cose, le quali non possono essere reali ed importanti se non rispetto ad un’altra vita. E nello stesso modo, mancando quella tal religione che realizza quelle tali illusioni, manca quel tale stato di un popolo, e la sostituzione di un’altra religione non ricon-