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324 | pensieri | (224-225) |
E come non produce maraviglia, cosí neanche affetti e sentimenti e corrispondenza del cuore a ciò che si legge o si vede rappresentare. E la poesia si trasforma in un trattato e l’azione sua dall’immaginazione e dal cuore passa all’intelletto. Effettivamente la poesia di Lord Byron sebbene caldissima, tuttavia per la detta ragione, la quale fa che quel calore non sia communicabile, è nella massima parte un trattato oscurissimo di psicologia ed anche non molto utile, perché i caratteri e passioni ch’egli descrive sono cosí strani che non combaciano in verun modo col cuore di chi legge, ma ci cascano sopra disadattamente, come per angoli e spigoli e l’impressione che ci fanno è molto piú esterna che interna. E noi non c’interessiamo vivamente se non per li nostri simili, e come gli enti allegorici o le piante o le bestie ec. cosí gli uomini (225) di carattere affatto straordinario non sono personaggi adattati alla poesia. Già diceva Aristotele che il protagonista della tragedia non doveva essere né affatto scellerato né affatto virtuoso. Schernite pure Aristotele quanto volete, anche per questo insegnamento (come credo che abbian fatto); alla fine la vostra psicologia, s’é vera, vi deve ricondurre allo stesso luogo e a ritrovare il già trovato (24 agosto 1820). Vedi p. 238, pensiero 1.
* La sola cosa che deve mostrare il poeta è di non capire l’effetto che dovranno produrre in chi legge, le sue immagini, descrizioni, affetti ec. Cosí l’oratore, e ogni scrittore di bella letteratura, e si può dir quasi in genere, ogni scrittore. Il ne paraît point chercher à vous attendrir ― dice di Demostene il card. Maury, Discours sur l’éloquence; ― écoutez-le cependant, et il vous fera pleurer par réflexion. E quantunque anche la disinvoltura possa essere affettata e da ciò guasta, tuttavia possiamo dire iperbolicamente, che, se veruna affettazione è permessa allo scrittore, non è altra che questa