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(210-211) pensieri 313

conseguito l’oggetto desiderato, è di conoscerlo intieramente (14 agosto 1820).


*   Come l’amore cosí l’odio si rivolge principalmente sopra i nostri simili, né si desidera mai cosí intensamente la vendetta di una bestia come di un nemico. E notate: quando altri ci abbia fatto del male non volendo, tuttavia il risentimento che (211) ne proviamo è maggiore che per una bestia, la quale volendo ci abbia fatto un maggior male.


*   Alla p. 196, capoverso primo, aggiungi: Ci commuove molto piú una rondinella che vede strapparsi i suoi figli e si travaglia impotentemente a difenderli, di quello che una tigre o altra tal fiera nello stesso caso. Vedi Virgilio Georgica IV. Qualis populea moerens philomela sub umbra ec.


*   È curioso che si riprenda, dagli stranieri particolarmente, Michelangelo per aver troppo voluto dimostrare la sua scienza anatomica nelle scolture, e si dia per regola di nasconder sempre questa scienza nell’arte dello scolpire o del dipingere, ed esser meglio ignorarla affatto che ostentarla (come si dice, mi pare, di Raffaello, che non si curò di studiarla); e che frattanto gli stranieri massimamente non sieno mai cosí contenti come quando hanno inzeppato le loro poesie di tecnicismi, di formole, di nozioni astratte e metafisiche, di psicologia, d’ideologia, di storia naturale, di scienza, di viaggi, di geografia, di politica e d’erudizione, scienza, arte, mestiero d’ogni sorta. E mentre non vogliono l’erudizione antica, lodano e abusano vituperosamente della moderna (15 agosto 1820). Vedi la p. 238, capoverso 1.


*   A proposito di quello che ho detto p. 152, pensiero ultimo, notate che l’immaginazione dei fanciulli ha or-