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308 | pensieri | (205-206) |
priamente e generalmente dal clima. Questa cagione non solo si conosce ma si sente nell’Ossian, e perciò rende la sua malinconia molto inferiore a quella dei meridionali, Petrarca, Virgilio ec., nei quali si conosce e sente anche una potenza di allegria come pure in Omero ec.: cosa necessaria alla varietà, all’ampiezza della poesia, composta di diversissimi generi e quasi anche al sentimento.
* Ossian prevedeva il deterioramento degli uomini e della sua nazione. Vedi Cesarotti, osservazione ultima al poemetto della Guerra di Caroso. Ma certo, quando egli diceva ec. (vedi gli ultimi versi d’esso poemetto), non prevedeva che la generazione degl’imbelli si dovesse chiamar civile e barbara la sua e le altre che la somigliarono.
* Oste, albergatore, ed anche ospite, ossia albergato, appresso gli antichi italiani. Vedi la Crusca. Hostis aveva appunto questa seconda significazione appresso gli antichi latini. Vedi il Forcellini. (206) Ed ecco una parola latina disusata ai tempi di Cicerone ricomparisce nei principii della nostra lingua. E forse hostis avrà avuto anche il significato di albergatore, come oste oggidí, e come hospes ed ospite in latino ed in italiano hanno lo stesso doppio senso di albergatore e albergato (10 Agosto 1820). Straniero, ossia ospite, si prendeva per nemico anche nell’antica lingua celtica. Vedi Cesarotti, note al Fingal, Canto primo. Bassano 1789, § 1, p. 17. E cosí appoco appoco si sarà cambiato il significato di hostis, cioè considerando lo straniero come nemico.
* Cleobulo, dice Diogene Laerzio, συνεβούλευε... γυναικὶ (uxori) μὴ φιλοφρονεῖσϑαι, μηδὲ μάχεσϑαι, ἀλλοτρίων παρόντων· τὸ μὲν γὰρ ἄνοιαν, τὸ δὲ μανίαν σημαίνει. V. p. 233.
* Il medesimo, μὴ ἐπιγελᾶν τοῖς σκωπτομένοις ἀπεχϑήσεσϑαι γὰρ τούτοις.