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l’abbi voluto. E non è difficile il fare una cosa difficile difficilmente, ma in modo che paia facile. Cosí c’é il contrasto fra la nota difficoltà della cosa e l’apparente difficoltà del modo. L’affettazione toglie il contrasto ec. ec.; vedi, se vuoi, Montesquieu, Essai sur le goût, Amsterdam 1781; Du je ne sais quoi, p. 396-397 (9 agosto 1820).


*   In proposito di quello che ho detto, p. 197, io so di una donna desiderosa di concepire che bastonava fieramente una cavalla pregna, dicendo: Tu gravida e io no. L’invidia e l’odio altrui per le felicità che hanno, cade ordinariamente sopra quei beni che noi desideriamo di avere e non abbiamo o de’ quali vorremmo esser gli unici o i principali possessori ed esempi. Sopra gli altri beni non è cosa ordinaria l’invidia, ancorché sieno beni grandissimi. Del resto, quantunque l’invidia riguardi per lo piú i nostri simili, coi quali solamente sogliamo entrare in competenza, nondimeno si vede che il furore di questa passione può condurre all’invidia e all’odio anche delle altre cose (10 agosto 1820).


*   Tutti i caratteri principali dello spirito antico, che si trovano in Omero e negli altri greci e latini, si trovano anche (205) in Ossian e nella sua nazione. Lo stesso pregio del vigor del corpo, della giovanezza, del coraggio, di tutte le doti corporali. La stessa divinizzazione della bellezza. Lo stesso entusiasmo per la gloria e per la patria. Insomma tutti i beati distintivi di una civilizzazione che sta nel suo vero punto fra la natura e la ragione. Del resto, pietà filiale e paterna, e tutti gli altri sentimenti doverosi e naturali hanno fra i caledoni tutta la loro forza. Il divario tra i greci ed Ossian consiste principalmente in una malinconia generata dalle disgrazie particolari, e non dalla disperante filosofia, ma piú pro-