stra tutta a un tratto e non ha successione di parti. E forse anche per questo motivo accade quello che dice Montesquieu, che le grandi passioni di rado sono destate dalle grandi bellezze, ma ordinariamente dalla grazia, perché l’effetto della bellezza si compie tutto in un attimo, e all’anima, dopo che s’é appagata di quella vista, non rimane altro da desiderare né da sperare, se però la bellezza non è accompagnata da spirito, virtú ec. Al contrario, la grazia ha successione di parti, anzi non si dà grazia senza successione. Quindi veduta una parte, resta desiderio e speranza delle altre. 2°, Perciò la grazia ordinariamente consiste nel movimento: e diremo cosí la bellezza è nell’istante, e la grazia nel tempo. Per movimento intendo anche tutto quello che spetta alla parola. 3°, Veramente non è grazia (199) tutto quello ch’é sorpresa. Già si sa quante sorprese non abbiano che far colla grazia, ma, anche in punto di donne e di bello, la sorpresa non è sempre grazia. Ponete una bellissima donna mascherata o col viso coperto e supponete di non conoscerla, e ch’ella improvvisamente vi scopra il viso e che quella bellezza vi giunga affatto inaspettata. Quest’é una bella e piacevole sorpresa, ma non è grazia. E per tener dietro precisamente a quello che dice Montesquieu, che la grazia deriva principalmente da questo che nous sommes touchés de ce qu’une personne nous plaît plus qu’elle ne nous a paru d’abord devoir nous plaire; et nous sommes agréablement surpris de ce qu’elle a su vaincre des défauts, que nos yeux nous montrent et que le coeur ne croit plus, supponete di vedere una donna o un giovane di persona disavvenente e all’improvviso mirandolo in volto, trovarlo bellissimo, questa pure è sorpresa, ma non grazia. 4°, Pare che la grazia consista in certo modo nella naturalezza e non possa star senza questa. Tuttavia primieramente, siccome la natura, secondo che osserva anche Montesquieu, è ora piú difficile a seguire e piú rara assai che l’arte, cosí notate