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(125-126) | pensieri | 235 |
lezza, sia alla robustezza ec. Il corpo non era in cosí basso luogo presso gli antichi come presso noi. Par che questo sia un vantaggio nostro, ma pur troppo le cose spirituali non hanno su di noi quella forza che hanno le materiali; ed osservatelo nella poesia, ch’è la imitatrice della natura, e vedete ch’effetto facciano i poeti metafisici, rispetto agli altri poeti.
* La filosofia indipendente dalla religione, in sostanza, non è altro che la dottrina della scelleraggine ragionata; e dico questo non parlando cristianamente, e come l’hanno detto tutti gli apologisti della religione, ma moralmente. Perché, tutto il bello e il buono di questo mondo essendo pure illusioni, e la virtú, la giustizia, la magnanimità, ec. essendo puri fantasmi e sostanze immaginarie, quella scienza che viene a scoprire tutte queste verità che la natura aveva nascoste sotto un profondissimo arcano, se non sostituisce in loro luogo le rivelate, per necessità viene a concludere che il vero partito in questo mondo è l’essere un perfetto egoista, e il far sempre quello che ci torna in maggior comodo o piacere (16 giugno 1820). (126)
* Arriano, ancorché detto il secondo Senofonte, e vicinissimo certamente a lui nella semplicità e purità dello stile e nella negligente varietà e irregolarità della costruzione ec., tuttavia si distingue da lui in questo ch’egli, forse come uomo vissuto lungo tempo fra i romani, forse per istudio di Tucidide, forse che la qualità ch’io dirò di Senofonte non era propria di quel tempo tanto alieno dall’antica candidezza, è piú grave di Senofonte, e non ha quell’amabile familiarità e quasi affabilità di Senofonte, che tratta il lettore come suo amico, e gli racconta o gli parla come se fosse presente. Cosí nelle orazioni storiche, Arriano va sempre un mezzo tuono piú alto di