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(95-96) pensieri 205

nella mente, e ben determinata e circoscritta. Cosa ch’io ho provato molte volte, e si vede in questi stessi pensieri scritti a penna corrente, dove ho fissato le mie idee con parole greche, francesi, latine, secondo che mi rispondevano piú precisamente alla cosa e mi venivano piú presto trovate. Perché un’idea senza parola o modo di esprimerla ci sfugge, o ci erra nel pensiero, come indefinita e mal nota a noi medesimi che l’abbiamo concepita. Colla parola prende corpo, e quasi forma visibilr e sensibile e circoscritta.


*   Spesse volte il caso ha renduto espressivissima una parola che parrebbe perciò originale e derivata dalla cosa, mentre non è che una pura figlia d’etimologia. Per esempio nausea, quella parola sí espressiva presso i latini e gl’italiani (vedi questi pensieri p. 12) deriva dal greco ναῦς nave, onde ναυτία, ionicamente ναυσία, e in latino nausea perch’ella suole accadere ai naviganti.


*   Bisognerebbe vedere se quell’oracolo della porca bianca, da trovarsi da Enea all’imboccatura del Tevere per buono ed ultimo augurio, secondo Virgilio, avesse qualche altro significato ed origine nota e verisimile, non fattizia e arbitraria; perché, non avendone, io suppongo che derivi dal nome di troia che noi diamo alle  (96) porche, e che a cagione di questo oracolo mi par ben da sospettare che fosse anche voce antica e popolare latina nello stesso significato; e cosí la porca venisse popolarmente considerata come un emblema di Troia, nella stessa guisa che presentemente parecchie città e famiglie hanno per insegna quell’animale o quell’oggetto materiale ch’è chiamato con un nome simile al loro. Vedi la Cronica d’Eusebio, l. 1, c.46, e nota che quel racconto, benché di scrittor greco, è preso anche quivi e attribuito intieramente a un latino. Vedi p. 511, capoverso 1.