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164 | pensieri | (55-56) |
* Linguaggio mutuo delle bestie descritto secondo le qualità manifeste di ciascuna potrebbe essere una cosa originale e poetica introdotta cosí in qualche poesia, come, ma poi scioccamente se ne serve, il Sannazaro nell’Arcadia, prosa 9, ad imitazione di quella favola, s’io non erro, circa Esiodo.
* Voce e canto dell’erbe rugiadose in sul mattino ringrazianti e lodanti Iddio, e cosí delle piante ec. Sannazaro, ib.; e mi pare immagine notabile e simile a quella dei rabbini dell’inno mattutino, del sole ec.; come anche l’altra immagine del Sannazaro, ivi, di un (56) paese molto strano, dove nascon le genti tutte nere, come matura oliva, e córrevi sí basso il sole che si potrebbe di leggiero, se non cuocesse, con la mano toccare.
* Com’è costantissimo e indivisibile istinto di tutti gli esseri la cura di conservare la propria esistenza, cosí non è dubbio che quasi il compimento di questa non sia l’esserne contento, e l’odiarla o non soddisfarsene non sia un principio contraddittorio; il quale non può stare in natura e molto meno in quell’essere il quale, senza entrare nella teologia, è chiaro che essendo l’ordine animale il primo in questo globo e probabilmente in tutta la natura cioè in tutti i globi, ed egli essendo evidentemente il sommo grado di quest’ordine, viene a essere il primo di tutti gli esseri nel nostro globo. Ora vediamo che in questo è tanta la scontentezza dell’esistenza, che non solo si oppone all’istinto della conservazione di lei, ma giunge a troncarla volontariamente, cosa diametralmente contraria al costume di tutti gli altri esseri e che non può stare in natura se non corrotta totalmente. Ma pur vediamo che chiunque in questa nostra età sia di qualche ingegno deve necessariamente, dopo poco tempo, cadere in preda a questa scontentezza. Io credo che nell’or-