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(50-51) pensieri 157

risaltare ec. Anche la semplicità, la naturalezza, la spontaneità. Vedi p. 160.


*   Dolor mio nel sentire a tarda notte seguente al giorno di qualche festa il canto notturno de’ villani passeggeri. Infinità del passato che mi veniva in mente, ripensando ai romani cosí caduti dopo tanto romore e ai tanti avvenimenti ora passati, ch’io paragonava dolorosamente con quella profonda quiete e silenzio della notte, a  (51) farmi avvedere del quale giovava il risalto di quella voce o canto villanesco.


*   Il piú solido piacere di questa vita è il piacer vano delle illusioni. Io considero le illusioni come cosa in certo modo reale, stante ch’elle sono ingredienti essenziali del sistema della natura umana, e date dalla natura a tutti quanti gli uomini, in maniera che non è lecito spregiarle come sogni di un solo, ma propri veramente dell’uomo e voluti dalla natura e senza cui la vita nostra sarebbe la piú misera e barbara cosa ec. Onde sono necessari ed entrano sostanzialmente nel composto ed ordine delle cose.


*   La varietà è tanto nemica della noia che anche la stessa varietà della noia è un rimedio o un alleviamento di essa, come vediamo tutto giorno nelle persone di mondo. All’opposto, la continuità è cosí amica della noia che anche la continuità della stessa varietà annoia sommamente, come nelle dette persone e in chicchessia; e, per portare un esempio, ne’ viaggiatori avvezzi a mutar sempre luogo e oggetti e compagni e alla continua novità, i quali non è dubbio che dopo un certo non lungo tempo non desiderino una vita uniforme, appunto per variare colla uniformità dopo la continua varietà. Vedi Montesquieu, Essai sur le Goût. De la variété, Amsterdam 1781, p.378, lin. ult. e Des Contrastes, p.384-385.