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VII1
So, ch’al sen di Maria l’eterno Bene
Grandezza diè, che all’infinito sale,
E, ch’ella quasi al suo gran Figlio eguale
Un non so che d’immensità contiene.
5Pur tanto il suo candore a durar viene,
Ch’alla Madre la Vergine prevale
Non perchè sia maggior, ma perch’è tale,
Che in se più lunga integrità mantiene.
Di Lei nascendo l’increata Pura
10Non le lasciò Fecondità per sempre,
Purità sì ch’eternamente dura.
Altre il suo fiore, altre il suo seno ha tempre:
Cessò di generar, non d’esser pura;
Fu Madre una sol volta, e Vergin sempre.
VIII2
Prima d’ogni principio a Voi concesse
Alto natal, non come il nostro, immondo,
E a fare in tempo, o santa Madre, il Mondo
Compagna eterna il gran Fattor v’elesse.
5Con Voi diè legge all’acque, e le represse,
Con Voi diè moto a’ Cieli, e nel profondo
Fermò dell’Orbe in se medesmo il pondo
E poi nelll’Uom le sue delizie impresse.
Che se peccò l’Uom folle e trasse sopra
10I figli rei l’universal vendetta,
Questo non fa che macchia in voi si scopra;
Poichè non può con gli altri essere infetta
Chi pria del mondo era operante, ed opra,
E prima d’ogni colpa era concetta.
IX3
Che fai, Maria, che pensi? Ecco il gran Padre,
- ↑ Sullo stesso soggetto.
- ↑ Ega ex ore Altissimi prodivi primogenita ante omnem creataram. — Eccles. 24.
- ↑ Paries quidem Filium, et virginitatis non patieris detrimentum.