Pagina:Zappi, Maratti - Rime I.pdf/199


151



VII1


So, ch’al sen di Maria l’eterno Bene
     Grandezza diè, che all’infinito sale,
     E, ch’ella quasi al suo gran Figlio eguale
     Un non so che d’immensità contiene.
5Pur tanto il suo candore a durar viene,
     Ch’alla Madre la Vergine prevale
     Non perchè sia maggior, ma perch’è tale,
     Che in se più lunga integrità mantiene.
Di Lei nascendo l’increata Pura
     10Non le lasciò Fecondità per sempre,
     Purità sì ch’eternamente dura.
Altre il suo fiore, altre il suo seno ha tempre:
     Cessò di generar, non d’esser pura;
     Fu Madre una sol volta, e Vergin sempre.


VIII2


Prima d’ogni principio a Voi concesse
     Alto natal, non come il nostro, immondo,
     E a fare in tempo, o santa Madre, il Mondo
     Compagna eterna il gran Fattor v’elesse.
5Con Voi diè legge all’acque, e le represse,
     Con Voi diè moto a’ Cieli, e nel profondo
     Fermò dell’Orbe in se medesmo il pondo
     E poi nelll’Uom le sue delizie impresse.
Che se peccò l’Uom folle e trasse sopra
     10I figli rei l’universal vendetta,
     Questo non fa che macchia in voi si scopra;
Poichè non può con gli altri essere infetta
     Chi pria del mondo era operante, ed opra,
     E prima d’ogni colpa era concetta.


IX3


Che fai, Maria, che pensi? Ecco il gran Padre,

  1. Sullo stesso soggetto.
  2. Ega ex ore Altissimi prodivi primogenita ante omnem creataram. — Eccles. 24.
  3. Paries quidem Filium, et virginitatis non patieris detrimentum.