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Non letto il Colletta, non solo, ma neppure l’inchiesta sul terremoto della Calabria 1905, la quale avrebbe fatto rilevare i provvedimenti da prendersi. Essa venne soppressa. Vi era uno studio del prof. Riccò sul terremoto del 1788, molto sensato, che parrebbe profezia.

Non dico letta la descrizione (sic) del terremoto di Lisbona del Baretti, che si trova in tutte le vecchie antologie ad uso delle scuole, cosa molto rettorica, dove due passi che parvero terrificanti e assai commossero allora, ora ci muovono al riso. Li cito soltanto per far vedere quante false fame ci furono in Italia e quante contraddizioni nei nostri scrittori. Perchè in Italia parve un prodigio la libertà dal Baretti iniziata nel giudicare di letteratura nella sua «Frusta letteraria». Non comprende Dante. Innalza Metastasio.

«Se in un’altra ora, del pranzo, fosse stato dalla Divina Provvidenza mandato tanto sterminio!

«Sin le povere monache, con crocifisso in mano, fur viste fuggire non solamente dalle case — oh, oh, le monache di casa! — e da’ monasteri per gli usci e per le porte, ma buttarsi giù dalle finestre, ecc.

«Colà il comune infortunio agguagliava ogni grado di persone, e i signori e le donne del paese, non eccettuati i principi e le principesse del real sangue.... e la plebe più abbietta.

«Non pochi morti d’inedia sugli occhi del loro addoloratissimo sovrano che per tutto il disastroso giorno altro non ebbe che amare lagrime da dar loro.

«Ecco i frammenti del muro che cadde addosso all’ambasciatore di Spagna, ed ecco dove le guardie