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118 | Proverbi sul cavallo. |
mune favella e usar si sogliono per mostrar la natura di alcuni uomini, i quali poco curanti dei loro onore e della illibatezza della loro vita mettono mano ad ogni più vil negozio spinti dal solo amore del guadagno, voltandosi a destra ed a sinistra all’onorevole ed al contrario.» La similitudine sta in ciò che il cavallo da ogni stalla e da ogni nolo, da basto e da sella è tenuto in poco pregio e come tale si pone indifferentemente a tutti gli usi e si espone a tutti i pericoli per vii guadagno.
64. Esser a cavallo.
Dicesi di chi è alla fine di una impresa difficile, che è cioè oggimai fuori di pericolo ed ha ottenuto quello che bramava. Mea pila est, dicevano i latini.
65. Esser come il cavallo dall’ugna bianca.
Cioè, venir meno al bisogno; ritenendosi che i cavalli dall’unghia bianca sieno difettosi nei piedi.
66. Esser levato a cavallo, oppure:
Lasciarsi levare a cavallo.
Figuratamente vale esser gabbato, lasciarsi gabbare. Il Varchi aggiunge: «Levare a cavallo è dire cose ridicole ed impossibili e voler darle a credere per trarne piacere od utile.» V’è chi dice che la figura è presa da quell’azione plebea, con cui uno che si vuol burlare, è levato da un altro sulle spalle e portato così a cavalcioni. Leopardi scrisse: «Quanti per questa opinione, si son lasciati levar a cavallo.»