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A

Prima lettera dell'alfabeto, perchè più agevolmente s'esprime: e però udiamo noi ne' fanciulli, mandar prima fuori naturalmente questa, che niuna altra, come quella, che non ricerca fatica. Appo i Latini dicono, che aveva più di dieci diversi, suoni, appo i Toscani se ne sente difficilmente più d'uno, se però la diversità dell'accoppiatura delle parole non facesse alcuna volta profferirla con molta forza, come, A LUI, alcuna con meno, come A' MIEI, alcuna volta quasi due, AA. AH RIBALDO.

A
segno del terzo caso, in pronunziando, si manda fuora con tanta forza, che raddoppia la consonante, che segue. Boc. n. 33. 12. Gl'incominciò a rincrescere. Dan. Inf. 13. Ma parla, e chiedi a lui se più ti piace. Petr. canz. 27. 1. Pose colei, che sola a me par donna. A RINCRESCERE, A LUI, A ME, raddoppiano, in pronunziando, la consonante, e di due dizioni, dalla scrittura distinte, la pronunzia, confondendole, ne fa una: ARRINCRESCERE, ALLUI, AMME. Così dagli antichi, la cui ortografia non era molto distinta, si trova tal'ora scritto.
A'
pronunziata con minor forza, e scritta con apostrofo, significa AI, o ALLI, dove l'apostrofo fa l'uficio dell'articolo, ilqual s'affige con detto segno. Ma avanti a parola cominciante da vocale, o dalla S, a cui succeda altra consonante, come AMORI, ERRORI, STIMOLI, SPIRITI, si pone in quella vece l'A con l'articolo GLI, come A GLI AMORI, A GLI ERRORI, A GLI STIMOLI. gr. τοῖς. Boc. n. 32. 21. Queste donne il dissero a' mariti, ec. Ma tra gli altri, a' quali questa cosa venne a gli orecchj;. Amm. ant. Argomento è di dirittura lo dispiacere a' rei. E Amm. ant. altrove. A' solleciti cercatori, spesse fiate nella faccia si manifesta quello, che con la lingua si tace.
A
preposizione si pronunzia, come 'l segno del caso appunto, e fa lo stesso effetto del raddoppiare, quando però la parola, che seguita, cominci da consonante. Lat. ad. Nov. ant. 14. 1. Fece una legge, che chi andasse a moglie altrui, dovesse perdere gli occhj. Amm. ant. L'animo nostro si dee chiamare ogni dì a rendere la ragione. Ma se ha da vocale il cominciamento, si pronunzia, come l'a' con l'apostrofo. Nov. ant. 65. 2. Un cavalier del Re, passando per quella via, ristette a udire la contenzion di questi due ciechi. Amm. ant. Pronto a udire, tardo a parlare. Tal volta, per isfuggir lo 'ncontro delle vocali, e per miglior suono, vi s'aggiugne la consonante D. Bocc. n. 31. 2. Li non degni ad alto leva. Amm. ant. Ad ammonigione suol seguitar vergogna. ¶ Prende forza, e quasi colore, dalle parole, alle qua' s'accosta, dinotando, secondo che quelle significano, o moto, o tempo, o persona, o simili. Bocc. n. 31. 2. Fù preso da due, e segretamente a Tancredi menato. E (Boc.) nov. 32. 2. Di notte se ne fuggirono a Rodi.
A
può, in uno stesso tempo, significar le proposizioni del latino AD, o IN.