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VITA DI DANTE. | 3 |
al letterale. Non giova dunque il volere indagare ciò ch’è avvolto fra tenebre troppo folte, l’aggirarsi fra le quali sarebbe nojosa al pari che inutil fatica.
Se Dante ne’ primi suoi anni fu innamorato, ei seppe congiunger all’amore l’applicazione agli studi delle gravi scienze non meno che dell’amena letteratura. Brunetto Latini gli fu maestro, ed egli era uomo a poterlo istruir negli studi d’ogni maniera, e molto ancora potè giovargli l’amicizia che con lui ebbe Guido Cavalcanti. Il Pelli non fa menzione di alcun viaggio, che Dante facesse per motivo di studio ne’ primi anni della sua gioventù, e solo accenna (§.14.) il recarsi ch’ei fece, mentre era esule, secondo Mario Filelfo, alle scuole di Cremona e di Napoli, e, secondo Giovanni Villani, a quelle di Bologna e di Parigi. Anche il Boccaccio il conduce a Bologna e a Padova in tempo d’esilio. Ma parmi degno di riflessione ciò che Benvenuto da Imola narra, cioè che ancor giovane e prima dell’esilio egli andossene alle università di Bologna e di Padova, e poi, essendo esule, a quella di Parigi: Quum Auctor iste in viridiori ætate vacasset Philosophiæ naturali et morali in Florentia, Bononia, et Padua, in matura ætate jam exul dedit se sacræ Theologiæ