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VITA DI DANTE. 5

amicizia col Cavalcanti, col Latini, e con altri poeti di quell’età, dovette recargli non poco ajuto. La sua Commedia ci mostra, quanto studio avesse egli fatto nella filosofia, quale allora insegnavasi, e nella teologia. Amò anche Dante le arti liberali, e ne è pruova l’amicizia da lui avuta col mentovato Oderigi, e ancor col celebre Giotto (Benven. l. c.); anzi, come afferma il medesimo Benvenuto (ib. p. 1147.), essendo egli di sua natura assai malinconico, per sollevarsi dalla tristezza godeva assai del suono e del canto, ed era grande amico de’ più celebri musici e sonatori che fossero in Firenze, e singolarmente di un certo Casella, musico ivi allora pregiato assai, e da lui rammentato con lode nella sua Commedia (Purg. c. 2. v. 88. ec.) Il sig. Pelli (§.8.) si sforza di persuaderci che Dante sapesse di greco, e ciò pure avea già affermato monsig. Girolamo Gradenigo (Lettera intorno agl’Italiani, ec.) Ma questo secondo scrittore poscia modestamente ritrattò il suo parere (Della Letterat. greco-ital. c.10.) mosso principalmente dall’autorità di Giannozzo Manetti, ch’espressamente nega tal lode a Dante, e da più altre ragioni che egli stesamente viene allegando. E certo le pruove che il Pelli ne adduce, cioè il nominar che Dante fa spesso Omero ed altri poeti greci, e l’usar