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246 libro quarto


1352Dal fin qui ragionato facilmente s’intende la terza spezie di ragione, ch’è la ragion naturale della natura umana tutta spiegata, che si dice «aequitas naturalis». Della quale sola è capace la moltitudine .....

CAPITOLO TERZO

1353[952] [CMA3] Le cose qui ragionate d’intorno alle tre spezie della ragione ne danno la ragione finor nascosta, la quale non han saputo tutti coloro c’hanno adornato la storia delle leggi romane, i quali riconoscono tre spezie di giurisprudenze, cioè antica, mezzana ed ultima, ma non han saputo il perché s’andarono d’una in altra cangiando. Perché non considerarono ch’i governi debbon esser conformi alla natura degli uomini governati.

1354[953] .che naturalmente dettavano tali e non altre pratiche. [CMA3] Lo che fu alto consiglio della provvidenza, con cui secondo le diverse nature degli uomini ha ordinato la successione delle forme politiche. Ché nel tempo della somma fierezza del gener umano.e l’equitá civile, o ragion di Stato, fu intesa da pochi pratici di corte e serbata arcana dentro de’ gabinetti.

1355Tante cose e sí grandi nascondeva quest’arcano delle leggi, che gl’interpetri, non sappiendo, han creduto impostura [CMA4] de’ romani patrizi, [CMA3] e Claudio Clapmario, De arcanis rerumpublicarum, non osservò. Per tutto lo che ragionato, quanto naturalmente erano stati appresi per giusti i rigori della giurisprudenza antica, tanto naturalmente se ne riconobbe appresso l’ingiustizia dalla giurisprudenza mezzana, e molto piú dalla ultima. Che dee esser il vero c’ha dovuto sostenere la volgar tradizione della legge delle XII Tavole venuta da Grecia in Roma: perché nacque in tempi che durava ancora la maniera di parlare per caratteri poetici; e, per tutto il tempo che la giurisprudenza antica usò del rigore nel ministrarla, fu detto essa legge esser venuta da Sparta, repubblica la qual a mille pruove abbiamo dimostrato essere stata di forma aristocratica, qual abbiam truovato essere stata la romana infin alla legge publilia; ma, dappoi che la giurisprudenza mezzana cominciò a temprarne i rigori con la ragion naturale, si disse esser venuta da Atene, repubblica popolare, quale fu la romana dalla legge publilia in poi. E tal oppenione restò, perché questa spezie d’interpetrazione si ricevette e s’accrebbe dalla giurisprudenza ultima sotto gl’imperadori.