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SENTIMENTALE | 49 |
Panteo — ei n’esciva — La è poi, mi diss’egli, un’enorme arena da galli — Non aveste almen detto peggio della Venere de’ Medici, gli risposi — da che passando per Firenze io aveva risaputo che egli s’era avventato alla Dea, e trattatala peggio d’una sgualdrina — e senza la minima provocazione in natura.
M’avvenni anche in Torino, mentr’egli ripatriava, in Smelfungus; e avea da narrare un Odissea di sciagurate vicende, «ov’ei di casi miserandi dirà per onde e campi, e di cannibali che si divorano, e di antropofagi»1 — e che l’aveano scorticato ch’ei ne sfidava San Bartolommeo, e diabolicamente arrostito vivo2 ad ogni osteria dov’ei si posava —
— E lo dirò, gridava Smelfungus, lo dirò all’universo — Ditelo al vostro medico, rispos’io; sarà meglio3.
- ↑ Versi di Shakspeare, Otello atto 2, sc. 3, innestati prosaicamente nel testo.
- ↑ Il testo: bedeviled; indiavolato: voce tutta dell’autore e derivata da devil; diavolo, vivanda inglese di carne impregnata di sale, d’aceto acre, e di pepe, ed abbronzata su la graticola.
- ↑ Smelfungus; nome che Yorick assegna al dottore Smollet, il quale pubblicò, e non senza lode, la storia d’Inghilterra, parecchi romanzi, fra’ quali Roderick Randon, e le lettere del suo viaggio: ma era