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VIAGGIO
 


la; e nel risentirmi del mio entusiasmo, mi trovai seduto in mezzo a lei e la sua capra.

Maria m’affissò pensosa alcun poco — poi guardò la sua capra — poi me — e poi la sua capra ancora — e così ora l’una ora l’altro.

Orbene, Maria, le dissi amorosamente — che rassomiglianza ci trovate voi?

Ma e tu, candido lettore, credi, ch’io non le feci questa interrogazione se non perch’io sono umilmente convinto che anche l’uomo è una bestia — credimi, e di questo te ne scongiuro, ch’io non avrei lasciato andare una burla intempestiva alla presenza venerabile della miseria; no, quand’anche m’impadronissero di quanta arguzia sgorgò mai dalla penna di Rabelais.

Addio Maria! Addio povera mal’avventurata donzella — non oggi — un dì forse, udrò dalle tue labbra i tuoi guai, e fui sino ad ora deluso. Intanto ella prese il suo flauto, e mi fe’ con esso tal racconto di sciagura, ch’io mi rizzai e a passi rotti ed incerti me ne tornai adagio adagio alla mia carrozza.