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fra le quali anche Faria sua patria, di cui era stato fatto Governatore da Agrone; egli ne divenne poi Signore in premio del tradimento. Come costui abbia abusato dell’amicizia de’ Romani si à da Polibio, da Dione, da Appiano. Faria portò la pena delle di lui male azioni, e fu dai Romani medesimi replicatamente distrutta, nella guerra ch’ebbero contro Filippo Re di Macedonia. Egli è un danno che la celebrità de’ Farj incominci, e finisca da un traditore; dopo la morte di Demetrio non si sente più parlare di essi presso agli antichi Scrittori profani. Ne’ tempi della decadenza dell’Impero cangiò Padroni sovente, e rimase lungamente nelle mani de’ Narentani; poi ebbe Signori particolari, l’ultimo de’ quali Aliota Capenna la cedette alla Serenissima Repubblica nel MCCCCXXIV.

La lunghezza di quest’Isola è di circa quarantaquattro miglia, la maggior larghezza di otto. La sua Capitale porta il nome di Lesina, ed è situata verso l’estremità Occidentale in un luogo bastevolmente bene scelto, ma non paragonabile per verun conto alla situazione, in cui la Città loro aveano piantato gli antichi Parj. È mediocremente abitata, e vi risiede il N. U. Provveditore, e un Vescovo; il Castello, che la domina, fabbricato sulla cima d’un monte marmoreo, e le altre fabbriche militari vi sono mal tenute. Il Porto, quantunque ben coperto, e spazioso, è poco frequentato presentemente: com’è poca, e povera cosa la popolazione della Città. I Lesignani sono amici del forastiere; ma non ànno fama d’essere molto amici fra di loro.

Ne’ pochi momenti ch’io mi fermai ne’ contorni della Città di Lesina, raccolsi parecchie varietà di pietre. Il più vago è un Marmo di grana finissima salma, co-