Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/383

     Qual’erba mai venefica 1
Per me produsse Averno,
Ond’è, che ognora avvivasi
In me l’ardore eterno?
     Già Febo il nono circolo
A consumar si avanza,
E ancor languisco vittima
Di vana mia speranza.
     Già sal, che di me sazio
Scorsi due lustri appena,
Lasciommi il Lesbio giovane
In braccio alla mia pena.
     Di non mai più disciogliersi
Dalle catene nuove,
Per il tuo figlio, il perfido
Me lo giurò, per Giove.
     Giove dall’alto ridesi
De’ suoi spergiuri in pace:
Amor punir dovríalo,
E Amor lo vede e tace.
     Tu sola ancor propizia,
Gran Dea, nel ciel mi resti;
Questi ti piaccia accogliere
Ultimi voti e mesti.