Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/379

     Copre sue membra candide
Verde succinta veste,
Che a breve manto accoppiasi
Di bel color celeste.
     Odo a me lieto giungere
Della sua voce il suono:
«Io son la Dea de’ miseri,
»Dice; la Speme io sono.»
     Chi a me si affida, impavido
Ascenda pur la rocca,
Ch’io sosterrollo provida,
Quando nel mar trabocca.
     Tu sai, qual restò libero
Dal doppio suo periglio
Di Pirra amante misero 3
Del gran Prometeo il figlio:
     Lor sorte vicendevole
Cangiossi in quell’istante:
La fredda Pirra accendesi,
Egli non è più amante.
     Questo rammenta, e intrepida
Disciogli il volo ardito:
Amor ti vegga, e mordasi
Pieno di rabbia il dito.