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In così dir di Cefalo 1
Il tristo fin mi addita:
E l’infelice Calice, 2
Cui tolse Amor la vita.
A vista sì terribile,
Di morte alla minaccia,
In petto il cuor comprimesi,
E per timor si agghiaccia.
Faone, ei stesso, il barbaro
Autor del mio tormento,
Vidi, insultando assistere
Al mio fatal cimento.
De’ miei deliri il perfido
Par che si rida, e pare,
Che già veder vorrebbemi
Sommersa in seno al mare.
Stanca di più resistere
A colpo sì funesto,
Già disperata e rapida
Al passo rio mi appresto.
Quando vezzosa giovane
Mi appare in sulla sponda,
Cui bagna il piè la placida
Appena mobil’onda.