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E da me istrutte e vigili
Infra i notturni orrori,
Seconderanno tacite
I tuoi furtivi amori.
Pietosa madre accogliere
Miei doni a te non spiaccia:
Apri la man benefica,
E stendi a me le braccia.
Per me, per me, rammentale,
Pria non avevi a sdegno
Dagli aurei tetti scendere 2
Del tuo paterno regno.
Se mai provò quest’anima
Fiero dolor funesto,
Se t’invocai propizia;
Diva, il momento è questo.
Piegar con voci armoniche
Faone, ormai dispero;
Vano è il poter d’Apolline
Contro quel core altero.
Di tai prodigj insoliti
Capace sol tu sei;
Tu puoi quell’alma indocile
Ridurre a i voti miei.