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PREFAZIONE





Intorno agli uomini d’ingegno e d’animo grandi come Ugo Foscolo, sono sempre disparati i giudizii sia dei contemporanei come della posterità. Gli uni li alzano all’ultimo cielo, e gli altri li straziano con le più acri censure, quando non possano assolutamente sprofondarli negli abissi. Giulio Cesare, Dante Allighieri, Niccolò Machiavelli, Napoleone I e Giuseppe Mazzini furono fatti segno agli elogi più sperticati e alla critica più spietata, non meno del Foscolo. Questo scatenarsi delle passioni contro uomini tanto insigni non deve far maraviglia a chi guardi imparzialmente e con animo retto le cose di quaggiù, le quali il più delle volte sono operate e giudicate alla stregua degli individuali interessi. Quanti volumi non si scrissero intorno a quei cinque eminentissimi o capitani, o uomini di Stato o scrittori? Eppure dopo diciannove secoli si parla e si scrive ancora da parecchi di Giulio Cesare in modo differentissimo, quale esaltandolo come il creatore del moderno comune, e quale fulminandolo come l’uccisore della libertà di Roma. Tanta discrepanza di opinioni intorno ad un medesimo uomo è per me un indizio certissimo della sua grandezza, e degli interessi offesi o vantaggiati di coloro che lo biasimano lo encomiano. Infatti un uomo che stampi un’orma profon-