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8 | prefazione. |
colli Euganei. Ivi incontra un altro esule, che l'aveva in grande considerazione, e invita Jacopo a passare alcune ore del giorno in casa sua. L’esule aveva due figliuole, una delle quali, per nome Teresa, promessa sposa a un certo Odoardo, di ricco e potente casato. Teresa non aveva inclinazione per lui, ma ubbidiente ai voleri del padre, che dalla parentela del genero sperava protezione, fece il sacrificio del suo cuore. Jacopo, che aveva preso ad educare la sorellina di Teresa, frequentandola se ne innamorò. Una scintilla in breve diventò un incendio; e Jacopo vedendo l’impossibilità di appagare i loro cuori infiammati, lontano dalla madre che adorava, la patria venduta, non trovando più sulla terra alcun conforto, si uccide.
L’argomento, come ognun vede, oltre d’essere una cosa da nulla, non ha neanche il pregio dell’invenzione, perchè il Goethe, nel suo Werther, aveva già ordito a un dipresso quella favola. Ma tanto diverso è il campo spaziato dall’uno e dall’altro, e tanto sono diversi gli accessorj, quanto diverso è il cielo della Grecia e dell’Italia da quello della Germania. Il Foscolo aveva un cuore in cui bollivano le più violente passioni, e una mente, in età giovanile, fornita di una immensa erudizione, specialmente greco-latina. In mezzo ai classici suoi studj aveva lungamente meditato le più ardue questioni politiche, filosofiche e religiose, e scrutato profondamente i sentimenti e le opinioni della umana società. Ond’egli facendo una lenta e progressiva notomìa del cuore e del pensiero di un unico personaggio, che si esprime sempre con pienissima libertà d’ingegno e di stile, trova il modo di delineare a grandi pennellate lo spettacolo della natura, gli incerti destini dell’uomo oltre la tomba, le vili astuzie e i feroci tradimenti dei tiranni, le illusioni e i disinganni dei popoli fidenti, insomma le miserie infinite di questa terra. Vi fu un tempo non molto lontano, in cui moltissimi Italiani non sapevano scorgere nulla di buono sia nel proprio paese come altrove, che non venisse dalla Francia. Dalla vittoria di Sadowa, e maggiormente ancora da quella di Sédan in poi, non sanno più veder cosa nella patria loro che possa stare a petto di ciò che ci ammaniscono i Tedeschi. Nelle scienze, nelle lettere, nelle arti sono aquile i discendenti di Arminio, e si reputano poco men che gufi i pronipoti di un Allighieri,