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berto benedetto da Pio IX basterà che si mostri e trionferà colla Croce che porta sul suo scudo, sopra cui si potrà scrivere meglio che dell’antico Eroe Venne, Vide, Vinse. Infatti le notizie che ci giunsero finora sono tutte per noi consolanti. A misura che il sacro formidabile Vessillo Sabaudo si avanza, il pericolo della guerra si allontana. Le Città e le fortezze accolgono fra i viva ed il tripudio della gioja riconoscente l’adorato nostro Sovrano, e le valorose sue truppe. — Si confortino adunque quelle famiglie tutte che hanno i loro figli, o li mandano sul campo delle vittorie. Accolti essi dappertutto con entusiasmo, e soccorsi dovunque in ogni guisa migliore hanno l’onore di accamparsi sotto i sacri vessilli di un Re che ha Dio per difesa, e pel quale combatte Dio stesso. — Quando il Trono e la Patria han bisogno, ciascuno dev’essere soldato, ed offrirsi a loro difesa o col braccio, o col senno, o colle preghiere, o colle offerte, ciascuno secondo il poter suo, e la sua condizione. — Noi stessi, o fratelli, alzeremmo, occorrendo, le are portatili sul campo degli Eserciti, e coll’esempio dei Giuda Macabei, dei Matatia, e di altri Guerrieri Eroi della Chiesa alla voce del Sovrano voleremmo pronti ai padiglioni Reali. — Consolatevi impertanto, o genitori, o sposi, o parenti dei Prodi che sono al fianco di un Re che diede primo l’esempio scendendo in campo co’ Reali suoi Figli, ed aprendo il primo la carriera del trionfo. — Sgombrate dall’animo ogni timore. Al primo comparire della Croce Sabauda spariscono i pericoli; perciò vi torneranno ben presto al seno i vostri figli, e vi racconteranno le meraviglie che operò il Signore pel nostro Re, che in Lui tutta pose la sua fiducia.
Durante l’assenza loro e i Padri benemeriti di questa Patria, e quelli degli altri paesi sono già tutti intenti insieme col Venerabile Clero per sovvenire alle famiglie che più ne hanno bisogno. Sia dunque piena e universale la vostra fiducia ed esultanza! — Il B. Umberto III, che usciva un dì dal chiostro di Altacomba per debellare gl’invasori di questi Stati, ed accoppiava alla santità la prodezza militare, accompagna già il degno suo successore Carlo Alberto, e sguaina con esso quella spada vincitrice che gli lasciò in retaggio. Il nostro gloriosissimo guerriero S. Secondo Patrono di