Pagina:Trento con il sacro concilio et altri notabili.djvu/339


Trento 335


Prima, seguisse il Combattimento de’ Cimbri, che si notò, furon vedute splender’ in Cielo alcune Faci. Apparvero più Soli. La Luna si vidde di giorno con una Stella. Di notte s’udirono Voci in aria, si viddero scudi, e fiamme; croosì scrive il Giurisconsulto Pietro Gregorio Tolosano nella sua Republica.

L’anno 1525. che, come dissi, seguì à Trento la Guerra, ò tumulto de’ Rustici, si vidde in està piovere, come goccie di Sangue, che imbrattavano le Vesti. Nella stessa stagione apparve in aria un Vessillo, ò Stendardo di fuoco ventilante. Il Sol’, e la Luna si cangiorono di varij colori, cioè hor nero, hor rosso. In Autunno caddero tre Fulmini spaventosi alle Porte di Duomo, restando spezzata la Pietra dell’offertorio, e tocco il Baston Pastorale di S. Vigilio. Così ricavo da’ Manoscritti del Giurisperito Marc’Antonio Bertelli Consiglier Arciducale, Signor di monte Giglio, e Castel Volsana.

Del resto i segni, ò Prodigi di Comete, Ecclissi, e altre Impressioni ignite, che nascono sotto il Sole ò naturali, ò sovrannaturali, che possan essere, ò fuor di Natura, le lascio essere, senza voler discorrerne à tentone, mentre à bastanza occhiuti non si rendono li stessi Astronomi anche co’l Cannocchiale del Galileo; e quindi nelle Stelle pescano, e nella Luna tanti Granchij. E il Cielo un gran Libro in foglio scritto à Caratteri, che sono zifre; e parla con voci più da rispettarsi, che da intendersi.