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42 trattati d'amore del cinquecento


come abitacolo piú vicino a lui, la distribuisca; cosí non resta che gli angeli non siano amanti di Dio, e che non conoscano esser fatti partecipi da lui di quella sapienza e bellezza. Onde, benché siano perfetti, non è però che non tengano Iddio per perfettissimo, e non lo amino e lo adorino, ed a lui solo non servano. Onde ben dice l’Alighieri:


               Quelli che vedi qui furon modesti
          a riconoscer sè da la bontate
          che gli avea fatti a tanto intender presti,
               perché le viste lor furo essaltate
          con grazia illuminante, con lor merto,
          sí ch’hanno piena e ferma voluntate.



Ma, seguendo il parlar vostro, dico che, diffusa nel mondo angelico la sua sapienza, gli angeli, risguardando in giú partecipati da Iddio, vengono poi a partecipare le cose create.

Domenichi. Restarebbe a questo modo che gli angeli soli ne fussero superiori, se da loro ricevemo la bellezza.

Raverta. Non volete sanamente intendere quel ch’io vi dico o, per meglio dire, per travagliarmi, fingete. Imperoché, tutto che gli angeli ne partecipino, non resta che la bellezza non abbia la prima origine e dependenzia dal Creatore dell’universo. E fate conto di discendere di grado in grado d’una scala, e ch’egli sia in cima. Perché Iddio dá cosí la bellezza agli angeli quanto a noi; ma, sí come piú vicini a lui, piú la ricevono, perché vengono ad esser piú propinqui a quello e ne’ superiori gradi (intendendosi però ora e sempre delle cose animate); e poi scende nell’anima nostra, indi nel corpo: ed è a guisa del sole, il quale ad ogni cosa dá luce, ma le parti a lui piú vicine e meno impedite piú da quello sono scaldate ed allumate.

Domenichi. Ora io comprendo ciò che volete dire.

Raverta. E però, perché Iddio è il tutto e dator del tutto, avendo gli spiriti angelici piú vicini, manda e sparge diffusamente la bellezza per tutto il suo cerchio, sí come a lui piú propinquo, e viene a girarsi nel mondo angelico; i quali angeli, come v’ho detto, conoscendo il vero sommo bello esser sopra