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della temerità? Se temulenti
piú, da una stirpe all’altra, essi divengono,
e del progenitore ognun dei posteri
sarà piú tristo, a questa terra aggiungerne
dovranno un’altra i Numi, ove s’accolgano
tutti i ribaldi e i disonesti. L’occhio
volgete su costui, che dal mio sangue
nacque, e il mio letto svergognò, convinto
fu chiaramente dalla morta ch’è
tristo fra i tristi. Poiché sei macchiato
d’un tal misfatto, il padre tuo negli occhi
guarda. Tu sei colui che, per eccellere
sugli altri uomini, insiem vivi coi Numi?
Tu l’uomo saggio, e d’ogni vizio immune?
Tal fede ai vanti tuoi non presterò,
ch’io di senno esca, e ai Numi attribuisca
tanta stoltezza. Ed or, millanta e ciurma,
col tuo nutrirti solo d’erbe, segui
i precetti d’Orfeo5, celebra i riti,
dei molti libri suoi venera il fumo:
ch’ora in fallo sei còlto. Io tutti mettere
vo’ su l’avviso che i tuoi pari fuggano,
che vanno a caccia con parole sante,
e macchinano infamie. Or questa è morta.
Ma perciò speri d’esser salvo? Tanto
di piú, convinto sei, tristo fra i tristi.
Come l’accusa fuggirai? Che giuri
mai, che discorsi, piú di questa lettera
potrebbero valer? Dirai che Fedra
t’odïava? Dirai che dei legittimi
figli il bastardo è l’inimico? Oh, stolto
mercato della vita avrebbe fatto,
se quanto aveva di piú caro, avesse