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Pag. 228, v. 1. - La grama sorella è Arianna, abbandonata da Teseo nell’isola di Nasso; poscia raccolta e sposata da Dioniso.
Pag. 240, v. 3. - La puledra non domita è Iole, figlia di Eurito, re d’Ecalia, della quale s’era innamorato Ercole, che per averla incendiò e distrusse la città, portando seco l’amata fanciulla.
Pag. 240, v. 15. - Di Bromio... la madre è Semele, che, secondo la nota leggenda, restò incenerita quando, in seguito alle sue preghiere, Giove le si mostrò tra lampi e fulmini in tutto il fulgore della sua divinità.
Pag. 253, v. 12. - Al lido Munichio, ove era uno dei porti d’Atene.
Pag. 264, v. 19. - I precetti d’Orfeo, che raccomandavano, per seguire castità, l’astinenza dai cibi animali.
Pag. 265, v. 15. - Sinide, famoso ladrone che infestava l’istmo di Corinto e che fu vinto e ucciso da Teseo.
Pag. 265, v. 17. - Le rupi Scironie sono le montagne della Megaride, cosí chiamate da Scirone, crudele ladrone, pur esso vinto e ucciso da Teseo.
Pag. 278, v. ultimo. - Saronio golfo, ora golfo di Egina.
Pag. 290, v. 5. - A un altr’uomo, cioè ad Adone.