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Il palazzo d’Ercole a Tebe. Dinanzi al palazzo, un altare di Giove, intorno al quale sono aggruppati supplici Anfitrione, Megara, e tre figli d’Ercole giovinetti.
anfitrione
Chi non conosce Anfitrione d’Argo,
ch’ebbe al talamo suo Giove partecipe,
cui die’ la vita Alcèo, figlio di Pèrseo,
e che d’Ercole fu padre? Io son quello.
E in Tebe venni a soggiornare, dove
la terrigena spiga degli Sparti1
un giorno crebbe, della cui progenie
Marte ben pochi lasciò salvi; e questi
per i figli dei figli popolarono
di Cadmo la città. Da questi il figlio
nacque di Menecèo, Creonte, re
di questa terra; e fu Creonte padre
di Megara, che qui vedete. Un giorno
tutti i Cadmèi per essa, al suon dei flauti
levaron l’imenèo, quando alla mia
casa l’addusse sposa Ercole illustre.
Ma poi mio figlio Tebe abbandonò,
il mio soggiorno, e i suoceri e Megara,