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IONE 227

sue pupille non posson che genti
stranïere i suoi tetti governino:
ed essa nacque da illustri parenti.

Strofe II
Pudor mi vince del Nume celebre
negl’inni4, ov’egli presso alle fonti stia di Callícoro,
nella vigesima sacra5, le fulgide
faci mirando, passando vigile
tutta la notte, quando anche l’ètere
di Giove danza, fitto di sideri,
danza Selène, danzan le vergini
figlie di Nèreo,
che sopra il pelago, che sopra i vortici
dei fiumi sempre correnti danzano
per la fanciulla cinta dall’aureo
serto, e la madre sua venerabile.
Di questa terra spera il dominio,
spera nei beni degli altri irrompere
questo ramingo servo d’Apòlline.

Antistrofe II
Vedete, quanti, con le Pïèridi
accompagnandovi, cantar solete versi d’obbrobrio
contro gli amori nostri, e la Cípride
degli empî talami nostri illegittimi,
quanto la nostra progenie supera
per pietà l’empia genía degli uomini.
Un canto adesso suoni contrario,
che i loro talami
biasimi. Quanto d’ingratitudine
peccò dei figli di Giove il figlio!