Antistrofe I.
Figlia di Giove, tu volgi, deh, Pàllade,
Tebe a salvare, tua possa belligera.
Equestre sire del mare, Posídone,
col tuo tridente di squali sterminio,
da questo orrore tu affrancaci affrancaci!
Tu Marte — oh noi miseri, oh miseri! —
da cui questa rocca si nomina1,
tu veglia su noi, tu soccorrici.
Tu, che a noi sei genitrice remota,
stornali, o Diva di Cipro2: ché origine
da te traggiamo; e con prece devota
presso il tuo Nume or vedici.
E lupo adesso, re Licio3, a lor móstrati,
dei miei lamenti sii vindice. Affretta,
figlia di Lato, su lor la saetta.
Strofe II
Ahi, ahi, ahi, ahi!
D’intorno ai muri fragore di cocchi
odo, Era venerabile!
Degli assi onusti odi stridere i mozzi,
dilettissima Artemide!
Infuria l’etra squassato dai cuspidi!
Qual doglia incombe su la mia città?
A quale esito il Dio la condurrà?
Ahi, ahi, ahi, ahi!