Pagina:Torre - Del concetto morale e civile di Alessandro Manzoni.djvu/117


— 113 —

e l'Italia in eterna morta,1 e lui dannato a passare l'età verde, fra una gente zotica e vile, cui sono nomi ignoti e virtù, e valore, e divenire aspro a forza tra lo stuolo dei malevoli.2

Però le aride conclusioni di una fisofia scettica e beffarda, non valsero ad acquetare nell'animo del Nostro la brama di conoscere in sè, e senza preconcetti, la sostanza e l'armonia delle cose: non si appagò di rimanersene indolente e pacifico spettatore di questa ridda menzognera e fantastica; vide, e conobbe in tutta la sua forza, la crudele antinomia; ma, per quanto i tempi corressero tristi, e menzogna regnasse in politica, menzogna in religione, menzogna fin nell'onesto e tranquillo vivere cittadino, più si ostinò con sublime energia a voler trovare la chiave dell'enigma, e quel perchè, che allo sconsolato Leopardi era parso una dimanda inutile e vana. Sin da quando era a Parigi, i segni manifesti di questa intima battaglia si

  1. LeopardiAd Angelo Mai.
  2. Idem — Le Ricordanze.