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lxii l’autore ai lettori.


Adorande cose. A me parrebbe assai bello e alla nostra lingua assai profittevole che dotti ed eleganti scrittori, massime poeti, cogliendo le occasioni, crescessero il numero di questi gerundj declinati a forma di nome. È strano a dire che la cortigianía e l’adulazione abbiano in ciò ardito più e meglio degli scrittori, e ponessero in voga la paternità reverenda, la persona colendissima, il signore osservandissimo e altri siffatti gerundj. Il Machiavello scriveva: l’essere disarmato ti fa contennendo; il Guicciardini: cosa detestanda; e il Galilei: proposizione dannanda.

Fiori sempre-lezzanti; donne nero-chiomate e simili altre parole composte. Non è ignoto ad alcuno come nel nostro volgare entrino a fatica siffatte voci, le quali d’altro lato sono ricchezza e ornamento invidiabile delle lingue classiche antiche, e fra noi moderni dell’idioma · tedesco segnatamente. Pure, non tanto il nostro volgare fugge le parole composte, quanto fugge alcune maniere a lui sconvenevoli di formarle. Invece, gli torna conveniente e gradito di mettere insieme un avverbio ed un aggettivo, come nei composti qui sopra notati, ovvero un verbo con virtù impersonale unito ad un nome in cui trapassi l’azione; sebbene questa seconda maniera sia meglio acconcia al poetare bernesco che al grave; imperocchè dicesi scherzando ogni dì: colui è un perdigiorno, ovvero è un lasciamistare od un posapiano e simiglianti espressioni; ma non piacerebbero altrettanto queste altre frasi colui è un vincibattaglie ovvero è un conquistaregni o un seminastrage. Ad ogni modo, ciò che non comporta per nulla la nostra lingua si è di cucire insieme due nomi sostantivi con ufficio e virtù di aggiunto, come la bianchi-braccia Giunone e Giove nembi-adunatore e il terra-scotitore Nettuno. Farai (Italia) proverbio al mondo. Se leggi i soli vo-