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l’autore ai lettori. lv


consimili. Fra noi italiani accade cosa ancor più singolare; che la desinenza da me adoperata adattasi bene a indicare la moltitudine delle piante basse e minute. E lasciando stare erboso, trovasi ne’ classici: terreno spinoso, cespuglioso, giuncoso, algoso, prunoso, cannoso, granoso ed altri siffatti; ma la desinenza medesima non si nota pei nomi di piante di grande fusto. Ò io fatto bene a cominciare? Forse che sì, quando il comune de’ lettori non se ne avveda.

Iridati ingemmamenti. E cioè gruppi di gemme tinti e illuminati dei colori dell’iride. A me sembra avere memoria che alcuni naturalisti descrissero con questo epiteto iridato i rifrangimenti e i giuochi di luce che fanno alcune pietre polite, diafane e faccettate. Ma s’io non fui preceduto da alcuno, quasi non me ne dolgo, parendomi quella espressione non mal graziosa ed anzi feliciter audax.

Valanga. Vocabolo necessario, perchè di speciale e peculiare significazione; quindi l’uso non à aspettato che la Crusca lo segni del suo suggello.

Terracqueo. È voce nota e adoperata comunalmente, sebbene esiliata con poca ragione dalla Crusca.

Turbinare. E questo verbo ancora non è registrato; ma chi non sente la sua efficacia? e il Monti l’adoperò nel Prometeo con molto garbo e acconcezza.

Accovigliare. L’Alberti lo reca nel gran Dizionario, e cita la Bucolica di un Arsocchi sanese comparsa nel 1481. E sebbene nell’Arsocchi sia neutro passivo, cotal forma di verbo, chi ben l’estima, inchiude la virtù e la significanza del verbo attivo.

Sirventa. È nome proprio di una sorta di componimento poetico appo i provenzali. Nè so bene se gli risponda compiutamente ciò che gli antichi nostri domandarono serventese.