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l’autore ai lettori. | liii |
esprimere il pensiero con somma chiarezza, potendosi da taluno intendere: quercie che in alcuna lor parte ànno forma d’orecchio. Appresso i latini, invece, il testis auritus, l’auritus populus e altre simiglianti frasi piegavano quell’aggettivo a significare non l’organo ma l’effetto suo nel senso, o a dir più breve, non l’orecchio, sibbene l’udito.
Furiale. È molto diverso da furioso, e leggesi in Fausto da Longiano, scrittore pregevole del secolo decimosesto. Nell’avverbio poi furialmente, che in una lettera di Dante venne notato, è già bello e contenuto l’aggettivo furiale.
Aurifero. Comincia a comparire in alcun dizionario; e sebbene il Fanfani lo dia per termine proprio della naturale storia, penso non debba venire interdetto a nessuno di attribuirgli le significazioni che à nell’idioma latino da cui drittamente deriva; e se parve poetica voce a Tibullo, dee parere anche a noi.
Adepto. Per aderente a setta ebbe primamente suo luogo nel Gran Dizionario Italiano che si publicò in Bologna; altri lessici lo registrarono dopo quello. E se riesce a taluno di poco dolce pronunzia, lo cambii in adetto, guardandosi di non confonderlo con addetto.
Squallente. Confesso di non potere allegare esempj nè dizionarj. Ma come da alcuni scrittori classici senza necessità di rima fu posto pallente in luogo di pallido, e ancora che il verbo pallere nel nostro volgare faccia difetto, così potrebbe venire scusato, se non lodato, colui il quale in difetto del verbo squallere ponga nondimeno il suo participio.
Sussultare e Sussulto. Il Fanfani e l’Ugolini vogliono che sì il verbo e sì il nome non escano dai cancelli della medicina e della fisiologia; ma se io vo indagando la ragione di tale specie di sbandimento e relegazione