Pagina:Teoria degli errori e fondamenti di statistica.djvu/225

12.2 - Verifiche basate sulla distribuzione del χ2 209

e si possono ulteriormente semplificare, visto che l’ultimo termine si annulla, essendo

se si fa l’ulteriore ipotesi che l’intervallo dei valori indagati copra, anche approssimativamente, tutti quelli in pratica permessi; per cui il sistema di equazioni da risolvere è in questo caso quello delle

. (12.12)

Per la stima di parametri incogniti a partire da dati misurati abbiamo già affermato che teoricamente è da preferire il metodo della massima verosimiglianza, le cui soluzioni sono quelle affette, come sappiamo, dal minimo errore casuale (almeno asintoticamente); in questo caso particolare (dati in istogramma), come lo si dovrebbe applicare? Se le misure sono indipendenti, la probabilità di avere eventi nella generica classe di frequenza è data da ; la funzione di verosimiglianza1 da

(12.13)

ed il suo logaritmo da

.

La soluzione di massima verosimiglianza (e quindi di minima varianza) si trova cercando il massimo di : e risolvendo quindi il sistema delle

;

in questo caso, vista l’equazione (12.12) in precedenza ricavata, i due metodi (della massima verosimiglianza e del minimo semplificato) conducono dunque alla stessa soluzione.



  1. Per essere precisi, la probabilità che misure si trovino nella prima classe di frequenza, nella seconda e così via, è dato dalla espressione (12.13) moltiplicata per il numero di modi differenti in cui oggetti possono essere suddivisi in gruppi composti da oggetti rispettivamente (numero delle partizioni ordinate) questo vale, come mostrato nel paragrafo A.7, , e rappresenta un fattore costante che non incide nella ricerca del massimo della (12.13).