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8.5 - La distribuzione di Poisson | 129 |
per la varianza, e
per la funzione di frequenza.
Quest’ultima formula non sorprende: è la somma (su tutti i valori ammissibili) della probabilità di ottenere un determinato N, moltiplicata per la probabilità di ottenere il valore di S condizionato da quello di N; infatti la somma di N variabili indipendenti distribuite secondo Poisson con valore medio è ancora, in base a quanto dedotto dall’equazione (8.18), una variabile distribuita secondo Poisson e con valore medio .
8.5.6 Esempio: l’osservazione di un quark isolato
Un esempio classico di applicazione delle formule precedenti è la discussione di un articolo del 19691 in cui veniva annunciata l’osservazione di un quark isolato; l’esperienza ivi descritta consisteva nell’analizzare foto esposte in una camera a nebbia, attraversata da un fascio di particelle (aventi carica unitaria) che generavano tracce con un numero medio di gocce per unità di lunghezza : su tracce osservate ce ne era una con un numero di gocce per unità di lunghezza .
Questa traccia apparteneva indiscutibilmente al fascio di particelle; la probabilità che venisse osservato un numero di gocce per unità di lunghezza pari (o inferiore) a 110, se il fenomeno è descritto da una distribuzione di Poisson con media 229, è data da
e risulta ben inferiore (per 13 ordini di grandezza!) alla frequenza osservata . Per questo motivo gli autori sostenevano di avere osservato una particella con carica frazionaria (un quark), e che causava in conseguenza una ionizzazione assai inferiore alle altre.
Una prima obiezione2 fu che, in ogni urto elementare tra le particelle del fascio e le molecole di gas della camera, vengono generati in media prodotti ionizzati indipendenti: e quindi 4 gocce. Il numero medio effettivo