Pagina:Teofrasto - I Caratteri.djvu/99


i caratteri morali

Traduco ὁρμαθοὺς γραμματειδίων con fasciculos libellorum forensium.

In latino: non recusat (non veretur, non erubescit) ducem se rabulis forensibus praebere. Ma veramente ἀγοραῖοι sono «ciarlatani», sunt pusilli negotiatores qui κάπηλοι graece appellantur et latine cociones, cocionatores, arilatores. Rabulae forenses sono invece i nostri «paglietta» o avvocatucoli; e i Greci se vogliamo credere a Demostene che cosí vilipende Eschine, chiamavano il «paglietta» σπερμολόγον περίτριμμα ἀγορᾶς, «intrigante di piazza».

7.


LA CIARLERIA

La ciarleria1, a volerla definire, parrebbe essere intemperanza di parlare, e il cicalone un cotal uomo che alla persona che gli si fa incontro, se mai essa gli parli di un qualunque argomento, dice che non ne racconta nulla ma che lui invece la sa tutta e se lo ascolterà ne sarà messo al fatto. E, intanto che quegli risponde, incalza: L’hai detto... Non dimenticare quel che sei per dire; e E bene che in me l’abbia richiamato a mente; e Il chiacchierare com’è utile!; e Non ti ho detto che...; e Certo, hai capito subito la cosa; e Da un pezzo ti cercavo, se in questo tu consentissi con me. E altre cosiffatte smozzature2 di discorsi egli mette fuori da non lasciar neppur rifiatare chi mai lo intoppi. E dopo che li ha ristuccati3 a uno a uno è capace anche di andare da quelli che stanno insieme raccolti per affari, e li fa scappar via mentre essi discutono. E poi entrando nelle scuole e nelle palestre impedisce che i ragazzi faccian profitto; mettendosi a spettegolare co’ lor maestri e istruttori. Ed è capace di accompagnare quelli che dicono di andar via, e di lasciarli soltanto sull’uscio di casa; e se viene conoscer le discussioni dell’assemblea le va raccontando, e


91