di farsi gabbo del suo compagno di viaggio col dirgli cammin facendo d’aver fatto il soldato con Alessandro, e in che relazione egli era con lui, e quante coppe incrostate di gemme si portò a casa; e gli artigiani che sono in Asia ei sostiene che son migliori di quelli di Europa4. E questo egli racconta senza essere mai uscito da Atene; e afferma ch’egli ha tre lettere di Antipatro che gli dicono di recarsi in Macedonia, ma che essendogli stata concessa l’esportazione in franchigia del legname5, egli ha rifiutato per non incorrere nella denunzia di chicchessia6: «oh! i Macédoni avrebbero dovuto strologar con più furbizia!»7. E durante la carestia ha avuto assai8 più di cinque talenti di spese per aiutare i poveri della città, giacché egli non sa dir di no. E se poi gli seggono allato gente che non lo conosce, prega l’un d’essi di metter su i sassolini dei conti; e, noverandoli per seicento a una mina l’uno, e dando a ciascuno di quei sassi un nome in maniera tutt’affatto convincente, calcola altri9 dieci talenti; e dice che una cotal somma egli ha erogata in collette, e le spese per l’allestimento delle triremi dice che non le pone in conto, e neppure i pubblici prestiti10 quanti mai ne sottoscrisse. Va dai cavalli di razza e finge di volerne comprare da quelli che li vendono11; e entra nelle botteghe12 a cercarvi un vestito di due talenti, e se la prende col servo perché lo segue senza aver preso danaro con sé13; e pur abitando a pigione dice a chi non lo conosce che quella è la sua casa paterna e che è in procinto di venderla essendo troppo piccola per accogliervi degli ospiti.
Esagerata amplificazione delle cose, «millanteria», è termine adatto per tradurre il greco ἀλαζόνεια, e forse lo è anche più del sinonimo «iattanza». Ho poi tradotto «sballone» le dice grosse, sbardellate, e che è più e meno di «sbracione», il quale fa vedere gran cose come scoprire e distendere la cenere, di «spaccone», il quale ostenta bravura e ricchezza di «abbondone», il quale esagera e fa la frangia a tutto.