Pagina:Teofrasto - I Caratteri.djvu/124


teofrasto

tomba e postovi un cippo ci scrive sopra Ramoscello maltese1; e se dedica in voto ad Asclepio un dito di rame2, tutti i giorni ei lo forbisce lo abbellisce di fiori lo unge. Per verità egli si adopera presso i pritàni affinché abbia l’incarico di annunziare al popolo i sacrifizi, e fattasi fare una splendida veste8 e tutto inghirlandato presentasi a dire: Ateniesi, noi pritàni abbiamo celebrato i sacrifizi Galassii in onore della madre degli dèi e sono sacrifizi suntuosi, e voi raccoglietene i benefizi9. E annunziate coteste cose, se ne va a casa a raccontare alla moglie che quella è stata per lui una gran bella giornata10.

Il greco ha ἀνελεύθερος che è un misto di volgarità abietta e servile e nient’affatto degna di uomo generoso e aperto. Meglio forse in italiano «insipido».

Traduco «vanesio», che è per appunto l’uomo insipidamente vano, essendo la vanità vana opinione del proprio merito congiunta alla smania di porre il proprio merito in cose dappoco. In greco φιλοτιμία significa «la piccola ambizione», e difatti la vanità è l’ambizione delle animucce ed è brama dei piccoli onori.

Era costume assai antico questo di mandare i figliuoli a Delfi e offrire poi la loro chioma ad Apollo, ed era caduto in disuso perché troppo costoso il viaggio da Atene a Delfi. Ma il nostro vanesio non bada a spese pur di ostentare ricchezza.

Il corvo era come il pappagallo di certi nostri ricconi di qualche anno fa, e di corvi con lo scudetto ce n’è che sono raffigurati su vasi antichi.

Traduco con «equipaggi» τὰ μὲν ἄλλα πάντα, che letteralmente sarebbe «tutto il resto». Il nostro vanesio appartiene alla borghesia indanaiata, a quel popolo «grasso» come dicevamo noi qualche secolo fa, il quale sfoggia per farsi ammirare ed è sbracione per eccellenza e fa vedere gran cose.

  1. Anche il cagnolino maltese per il quale, quando esso muore, il vanesio fa costruire la tomba, e ci scrive su parole affettuose come se fosse una creatura umana. Oggi da noi son così certe donne che amano il cane di affetto materno, e difatti la vanità è difetto di certe donne e di quanti trattano le cose serie con frivolezza donnesca. La parola κλάδος «ramoscello, germoglio», ed è voce poetica come ἔρνος.
  2. Letteralmente: «e appeso in voto nel tempio di Asclepio».

116