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teofrasto


17.

LA SCONTENTEZZA

È la scontentezza un lagnarsi oltre il convenevole di quel che ci è stato dato, e il piagnucolone1 è cotal uomo che mandandogli l’amico parte del desinare dice a chi gliela porta: Per non darmi un po’ di brodo e di vinello non mi ha invitato a pranzo; e mentr’è baciato e ribaciato dalla sua amante: Mi maraviglio, dice, che mi baci così di cuore2; e se la piglia con Zeus non perché piove, ma perché piove troppo tardi. E se trova per via una borsetta dice: Un tesoro vero io non l’ho trovato mai; e se ha comprato a buon prezzo uno schiavo anche dopo aver molto pregato il venditore di cederglielo3, Resto stupito, dice, che l’ho comprato sano a questo prezzo. E a chi gli dà la lieta notizia: T’è nato un figlio maschio, risponde: Se tu vi aggiungi che se n’è andata la metà della sostanza, dirai il vero4. E vinta una causa a pieni voti si lamenta con chi ha compilato la comparsa5 perché ha tralasciato molti argomenti favorevoli6. E se gli amici hanno raccolto una somma per aiutarlo7, e l’un d’essi dica: Sta’ allegro; egli ribatte: E come? bisogna pur che restituisca a ognuno il suo danaro, e che oltracciò io vi debba gratitudine come se avessi ricevuto benefizio.

  1. Piagnucolone è chi si lamenta d’ogni minima cosa e trova a ridir su tutto con querimonie, lagnosamente.
  2. In greco [testo greco] ma [testo greco] è intensivo e dunque in latino sarà ex ipso corde. Anche l’[testo greco], «così», è intensivo.
  3. «Di cederglielo» non c’è nel greco, ma noi l’abbiamo aggiunto per più chiarezza.
  4. Un figlio maschio era considerato un regalo della fortuna, e documenti papiracei dell’Egitto greco-romano hanno rivelato che

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