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i caratteri morali |
da suo padre a dirgli: La mamma è già in camera sua che dorme. E, se il medico proibisce si dia vino al malato, dicendo che vuol fare una prova egli somministra vino al malato1. E se gli muore la moglie scrive sul sepolcro il nome del marito del padre della madre e della donna medesima, e di che luogo ella è, e poi aggiunge: Eran tutte brave persone2. E se deve pronunziar giuramento dice ai presenti3: Anche prima di oggi ho giurato più volte.
L’officioso è sommesso e zelante, è serviziato ed obbligante, si profferisce e s’inchina. E dunque nessun’altra parola potrebbe tradurre meglio il greco περίεργος.
Seguo l’edizione del Diels, e col Diels espungo l’ἔν τινι στάς che è lezione, ivi ripetuta, di poche parole più innanzi (cfr. nota 3).
Certamente ἔν τινι στάς con un codice dei recenti.
Leggo con i codici più recenti καὶ ἧς οὐ γιγνώσκει ἀτραποῦ, e traduco di conseguenza. L’altra lezione, «e separa i contendenti, anche quelli che non conosce», è buona anch’essa; e, o sono da mantener tutt’e due, o, se sarà da sceglierne una sola, scelgo la seconda che è più naturale.
- ↑ Non credo che τὸν κακῶς ἔχοντα sia glossa del precedente μαλακιζομένωι poi accordata nel caso accusativo in dipendenza del verbo. La ripetizione, seppur variata nella dizione.
- ↑ Diogene Laerzio ricorda che Teofrasto nel suo testamento lasciò scritto di non esagerare in onorificenze funebri alla sua memoria.
- ↑ Esser chiamato a giurare era cosa di grave conto, e all’officioso non par vero recar testimonianza e far mostra della sua prontezza agli uffizi di vita cittadina.
14.
LA STORDITEZZA
La storditezza1, a volerla definire, è tardità di spirito in parole e atti, e lo stordito cotal uomo che dopo aver fatto il conto coi sassolini2 e tirata la somma domanda a chi gli sta accanto: Quant’è? E citato in giudizio, il giorno che
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