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teofrasto

deve andare in tribunale se ne scorda e parte per la campagna; e se va a vedere una rappresentazione riman poi solo in teatro a dormire; e dopo avere bene mangiato, di notte per andare a far di corpo1 si fa mordere dalla cagna del vicino; e ricevuta e riposta una cosa da sé, la cerca e non riesce a trovarla. E se gli annunziano la morte di uno dei suoi amici affinché intervenga ai funerali, attristato e piangendo esclama: Dio sia lodato4. E anche se debba riscuoter crediti, è capace di prendere con sé testimoni; e nel cuor dell’inverno s’acciuffa col servo perché non gli ha comprato i cocomeri; e obbliga i figliuoli a lottare e a correre correre fino a straccarli. E in campagna, per cuocere da sé le lenticchie e mettere due volte il sale nella pignatta, le fa immangiabili. E se piove dice che buon odor di stelle5. E se uno gli chiede: Quanti morti credi siano passati per la Porta Sacra? gli risponde: Quanti potessimo averne io e tu.

Traduco «storditezza» e «stordito», non già «insensatezza» che è troppo ed è altra cosa, e neppur «distrazione» che sarebbe troppo poco: la storditezza è tutta del pensiero ed è anche degli atti, ed è abito difettoso o vizioso. Potremmo anche tradurre «balordaggine» e «balordo», che son propri dell’uomo il quale per spensieratezza o stupidità o caponaggine o indifferenza e inerzia commette e dice cose che non dovrebbe fare o dire. «Stolidezza» e «stupidità» sarebbero più gravi difetti.

Coi sassolini, cioè a dire col pallottoliere che ancora oggi io ho veduto frequentissimo in Ucraina.

  1. La congettura «ἀναστάς» del Diels è superflua, e così, forse, anche l’ἀνιστάμενος dei codici più recenti, che però leggesi dopo il θάκου. Ad ogni modo ὡς ἐπὶ θάκου, come ha dimostrato Pasquali, sta benissimo da solo. Era costume uscir fuori di casa per fare i propri bisogni mancando servizi igienici di altro e più comodo genere; e Aristofane ci presenta una scenetta gustosissima nelle «Donne a parlamento», di Blepyros, che nella fretta di uscir di notte, invece di prendere il suo mantello prende la veste di sua moglie, e così vestito, nella strada, al chiar di luna, lo scorge un suo vicino. Traduco poi «la cagna», e non credo indeterminato per il sesso l’uso del femminile in questo caso.

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